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Abstract L’introduzione evidenzia l’interesse dei linguisti verso il fenomeno dei SD, il nucleo dell’idea e lo scopo della tesi. Di seguito, fornisce una breve presentazione del corpus utilizzato, tesa a chiarirne la composizione e la strategia di organizzare i materiali raccolti in modo tale da facilitare sia il reperimento dei dati sia la loro analisi. Poi, espone la teoria adottata (Teoria della Lingua in Atto) che serve a fornire un quadro di riferimento per l’analisi dei SD. Il primo capitolo mette in considerazione alcuni tratti teorici, come: la distinzione tra connettivi semantici e quelli pragmatici; un accenno sulla prospettiva pragmatica, che ritengo necessaria per trattare una categoria così funzionale (i SD); alcuni problemi teorici concernenti le varietà di denominazione e la distinzione tra codifica concettuale e quella procedurale. Poi, mette in rassegna gli approcci dei linguisti allo studio del fenomeno dalle sue prime fasi, dando più spazio al modello di Bazzanella che ha avuto un ruolo pionieristico in questo campo. Di seguito, vengono elencate le caratteristiche dei SD. Il secondo capitolo è dedicato all’analisi stessa dei SD; si accentuano le funzioni la cui analisi non può prescindere dalle particolarità di questa classe funzionale. In questo punto, partendo da tre macrofunzioni, si sistematizzano le principali funzioni svolte dai SD nel corpus, determinando le differenze funzionali, strettamente legate al contesto in cui appaiono e ad altri parametri e mostrando come un elemento discorsivo con una determinata funzione possa acquisirne un’altra se cambiano certe condizioni prosodiche e contestuali. Nelle conclusioni abbiamo messo in rilievo i risultati raggiunti. Parole chiavi: Parlato spontaneo - polifunzionalità - funzioni pragmatiche - funzioni interazionalifunzioni metatestuali - funzioni cognitive - contesto. |